Il turbante e la sua storia millenaria


Il Turbante, una storia millenaria ed estremamente affascinante: appannaggio del solo sesso maschile, nell’antica India, indicava la casta d’appartenenza di colui che lo indossava, mentre, nel mondo islamico, veniva disassemblato e utilizzato come sudario, in caso di decesso improvviso del proprietario.

Gli Europei scoprirono l’esistenza di tale accessorio nel XVI secolo, con l’incursione turca e già nel ‘600, le donne lo utilizzavano come copricapo, durante i lavori domestici.

Indimenticabile, iconico e struggente era lo sguardo della serva russa che Vermeer eternò in una danza di opulenza e povertà, nell’incessante diatriba tra la preziosità dell’orecchino di perla e uno scenografico, ma assai umile turbante.

Il turbante, utilizzato come riparo dal sole da parte delle schiave afroamericane e come protezione per i capelli da parte delle operaie delle fabbriche, verrà sublimato solo nei primi del ‘900 dall’haute couture e dal genio creativo del francese Paul Poiret.

Stilista dal respiro avveniristico e insigne rappresentante della Belle Époque, Poiret realizzò turbanti fascinosi, corredati di drappeggi e piume, regalò alle donne il primo abito senza corsetto, i pantaloni harem e la gonna humpel.

La donna di Poiret è libera, si muove agevolmente, ma non rinuncia alla femminilità e all’eleganza.

Seguiranno poi i ruggenti anni ’20 e i copricapo a cloche delle flapper girls, così come i turbanti anni ’30, firmati Elsa Schiapparelli e ispirati al Surrealismo, al Dadaismo e alle arti africane.

Ma saranno gli anni ’50, quelli opulenti del dopoguerra e della borghesia bon ton d’ispirazione statunitense, a decretare il successo del turbante come accessorio d’estrema sensualità e charme, nonché riprova di benessere e mondanità.
Le più famose attrici dei parterre hollywoodiani sollevano i capelli, scoprono il collo e indossano magnifici turbanti delle più svariate fogge, composti dai più pregiati tessuti e decorati con le più preziose broche.

FONTE ARTICOLO: NELISGLAM

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